L’ASSEGNAZIONE DELLA SEDE PRO LOCO E’ LEGITTIMA,
I LAVORI EFFETTUATI A S. ANTONIO SONO A TUTELA DELL’IMMOBILE.

Luca Della Sale Presidente Pro Loco Morbegno dopo mesi di silenzio parla dell’accaduto.

Si sapeva ormai da qualche settimana che il sopralluogo della Soprintendenza aveva dato esito positivo e che il giudizio espresso dai funzionari del Ministero della Cultura riguardo l’assegnazione effettuata dall’Amministrazione Comunale, era di piena legittimità. Con l’atto ufficiale depositato dalla Soprintendenza nei giorni scorsi si è chiusa definitivamente la questione che aveva trovato largo eco non solo nella stampa ma anche sui social. Corretta l’assegnazione alla Pro Loco e corretti i lavori che sono stati effettuati. Si è trattato di una semplice “rifunzionalizzazione” ovvero di lavori non invasivi atti a permettere la riqualificazione ed il ripristino funzionale dei locali.
Tutto era partito con una segnalazione alla Soprintendenza delle Belle Arti effettuata lo scorso mese di ottobre dall’ex Sindaco nonché vicepresidente della Provincia Andrea Ruggeri per conto del gruppo consigliare Cambiamorbegno 2.0. A questa segnalazione è poi seguito -da parte dello stesso Ruggeri- un esposto nel quale chiedeva alla Procura della Repubblica di disporre gli opportuni accertamenti valutando i  profili d’illiceità penale, anche individuando i soggetti responsabili e procedere nei loro confronti. In particolare, il capogruppo della minoranza consigliare assumeva vi fossero condotte “contrarie alla Legge”, sollevando dubbi sulla legittimità dei lavori effettuati dalla Pro Loco e sull’assegnazione d’uso dei locali concessa dall’Amministrazione Comunale. L’esposto era accompagnato da una corposa documentazione -anche fotografica- raccolta con la collaborazione di altri consiglieri del gruppo di minoranza al fine di dimostrare che l’intervento, oltre che essere illegittimo, aveva arrecato danno ad un bene storico pubblico.
Il tutto senza aver chiesto alcuna spiegazione o chiarimento preventivo ai responsabili della Pro Loco. “Sapevamo fin da subito di essere nel giusto, per questo abbiamo atteso pazientemente l’esito delle verifiche e che gli incaricati svolgessero il proprio lavoro. Ma è un’accusa grave quella che ci è stata mossa. In caso di esito negativo, anche solo per vizi di forma, avrebbe avuto delle ricadute devastanti”. Sono le parole di Luca Della Sale Presidente della Pro Loco di Morbegno, che dopo aver evitato per mesi di parlarne, finalmente tira un sospiro di sollievo. “Ci ha fatto male ricevere queste ingiuste accuse dopo che da quasi 10 anni ci impegniamo per il bene della Città e dei cittadini. Non ci piace essere coinvolti in questioni che esulano dalle nostre attività ed in generale cerchiamo di stare lontano da tutto quello che può essere divisivo per i nostri cittadini. Morbegno in questo momento ha bisogno che tutti collaborino per il “bene comune” e noi ogni giorno ci sforziamo di farlo. Chi antepone il proprio interesse o getta discredito sul lavoro degli altri pur di raggiungere i propri scopi è molto lontano dall’etica con la quale lavoriamo.
Per rispondere alle richieste della Soprintendenza e poterci tutelare abbiamo dovuto coinvolgere consulenti tecnici e legali affrontando costi non previsti, e considerato che prestiamo la nostra opera gratuitamente in favore del territorio e della collettività, questa azione ci ha provocato ingenti danni, costringendoci a spese inaspettate per tutelare una posizione che sin dall’inizio era improntata alla massima trasparenza e legittimità. In tal senso, dobbiamo ringraziare l’avvocato Enza Mainini e l’architetto Francesco Lazzari per la dedizione e la professionalità con le quali ci hanno supportato.
Al di là del danno economico è soprattutto il danno di immagine quello che ci pesa. L’esposto alla Procura della Repubblica, atto sicuramente delicato e con implicazioni di carattere penale, invece che essere mantenuto riservato è stato inviato da chi lo ha presentato a tutte le testate giornalistiche al fine di dargli tutta l’enfasi e la visibilità possibili. Si tratta di una condotta gravissima, le cui ragioni sono ancora oggi  incomprensibili. Se lo scopo era quello della tutela di un bene storico e quindi dell’interesse comune perché “metterlo in piazza” ben prima che la Soprintendenza si esprimesse e che si dimostrasse la “colpa”? E soprattutto senza aver chiesto alcunché alla Pro Loco? E’ stata una vera e propria gogna mediatica quella alla quale siamo stati sottoposti per motivi che ancora oggi fatichiamo a capire. La stampa locale ed i social per giorni hanno parlato della questione ed in molti hanno sollevato dubbi sul nostro operato. Chi non ci conosce e non sa come lavoriamo è stato legittimato nel dubitare della nostra serietà e questo non lo possiamo accettare.

Ora ci aspettiamo che si dia la stessa enfasi anche nel dire che non abbiamo commesso alcun errore e che quello che abbiamo fatto è stato fatto nel pieno rispetto della Legge oltre che dei locali che ci sono stati affidati. Stiamo valutando se procedere nelle sedi opportune per tutelare la nostra immagine e chiedere che chi ha sbagliato e ci ha arrecato un danno senza motivo si assuma le responsabilità del gesto, soprattutto per quegli atti sconsiderati ed irrispettosi che nulla hanno a che vedere con il dovere civico. Sarà il Consiglio Direttivo della Pro Loco che nelle prossime settimane dovrà decidere in merito.”